giovedì 28 ottobre 2021

La prima casa ai giovani under 36 senza pagare le tasse

I benefici fiscali per chi ha un Isee sotto 40mila euro sono stati estesi fino al 2022. E valgono anche per i box e le pertinenze. Come funziona il bonus e cosa c'è da sapere:

opo l'approvazione del Documento programmatico di bilancio (Dpb) da parte del Consiglio dei ministri, il governo Draghi nei prossimi giorni varerà la legge di Bilancio 2022. Degli oltre 23 miliardi di stanziamenti previsti, una parte sarà destinata alla proroga di una serie di bonus già attivi, compreso quello sulla prima casa riservato ai giovani, varato in primavera con il decreto Sostegni bis (provvedimento che ha introdotto anche il potenziamento delle garanzie per far sì che le banche finanzino i giovani con mutui fino al 100% del valore delle case). Non si esaurirà a fine anno, infatti, l'incentivo per chi vuole acquistare una prima casa e ha meno di 36 anni, con un Isee fino a 40mila euro annui. In breve, si tratta della concessione di un credito d'imposta in caso di acquisto soggetto a Iva e della cancellazione delle imposte ipotecarie, catastali e di registro. Ma vediamo nel dettaglio come funziona e cosa c'è da sapere sul bonus casa per gli under 36.

Come funziona il bonus prima casa ai giovani under 36

Le istruzioni per sfruttare il bonus fiscale sono contenute in una circolare dell'Agenzia delle Entrate, firmata dal direttore Ernesto Maria Ruffini. Le agevolazioni fiscali per i giovani under 36 che acquistano la prima casa valgono anche per i box e le pertinenze, e anche in caso di acquisti degli immobili dalle aste giudiziarie. Le imposte dovute all'atto del compromesso restano in piedi, invece, ma si può poi chiedere il rimborso una volta che si stipula il rogito definitivo. Fatta questa doverosa premessa, l'Agenzia delle Entrate ricorda i contorni di massima della normativa: possono beneficiarne i giovani con meno di 36 anni e con un indicatore della situazione economica equivalente (Isee) non superiore a 40mila euro che acquistano un'abitazione entro il 30 giugno 2022 (a partire dal 26 maggio scorso, data di entrata in vigore del decreto Sostegni bis).

Con riferimento al limite di età, il legislatore introduce un elemento di carattere anagrafico, limitando l'applicazione dell'agevolazione ai soggetti acquirenti che "nell'anno solare in cui viene stipulato l'atto traslativo, non abbiano ancora compiuto il trentaseiesimo anno d'età". Facciamo un esempio per chiarire:

  • Tizio, che stipulerà un atto di acquisto di un immobile ad uso abitativo nell'ottobre 2021 e compirà 36 anni di età nel dicembre 2021, non beneficerà dell'agevolazione;
  • Caio, che stipulerà un atto di acquisto di un immobile ad uso abitativo nell'ottobre 2021 e compirà 36 anni di età nel gennaio 2022, al ricorrere degli altri requisiti normativamente previsti beneficerà dell'agevolazione.

Il bonus prevede diversi vantaggi, che si estendono anche all'acquisto delle pertinenze dell'abitazione principale. Agli under 36 è destinata l'esenzione dal pagamento dell'imposta di registro, ipotecaria e catastale e, in caso di acquisto soggetto a Iva, è riconosciuto anche un credito d'imposta pari all'imposta pagata per l'acquisto, che potrà essere utilizzato a sottrazione delle imposte dovute su atti, denunce e dichiarazioni dei redditi successivi alla data di acquisto o usato in compensazione, tramite F24. È prevista anche l'esenzione dall'imposta sostitutiva per i mutui erogati per l'acquisto, la costruzione e la ristrutturazione di immobili a uso abitativo. L'agevolazione non è invece applicabile ai contratti preliminari di compravendita, essendo prevista per i soli atti traslativi o costitutivi a titolo oneroso. Tra gli immobili ammessi al beneficio rientrano quelli classificati o classificabili nelle seguenti categorie catastali:

  • A/2 (abitazioni di tipo civile);
  • A/3 (abitazioni di tipo economico);
  • A/4 (abitazioni di tipo popolare);
  • A/5 (abitazione di tipo ultra popolare);
  • A/6 (abitazione di tipo rurale);
  • A/7 (abitazioni in villini);
  • A/11 (abitazioni e alloggi tipici dei luoghi).

L'agevolazione non è ammessa, invece, per l'acquisto di un'abitazione appartenente alle categorie catastali A/1 (abitazioni di tipo signorile), A/8 (abitazioni in ville) e A/9 (castelli e palazzi di eminente pregio storico e artistico). Per godere dell'esenzione, il beneficiario dovrà dichiarare la sussistenza dei requisiti nel contratto o in un documento allegato. I preliminari di compravendita, come detto, non possono godere delle nuove agevolazioni in quanto la norma fa riferimento ai soli atti traslativi o costitutivi a titolo oneroso. Resta fermo che, in presenza delle condizioni di legge, dopo la stipula del contratto definitivo di compravendita, è possibile presentare un'istanza formale di rimborso per il recupero dell'imposta proporzionale versata per acconti e caparra in forza dell'articolo 77 del TUR (Testo unico dell'imposta di registro). Semaforo verde, infine, per gli immobili acquistati tramite un'asta giudiziaria, che possono accedere comunque al beneficio.

venerdì 2 aprile 2021

Cosa possiamo fare a Pasqua?

 Con l’approvazione del nuovo Decreto Covid con le regole dal 7 al 30 aprile, sono ormai definite tutte le restrizioni su spostamenti e visite, attività economiche e turistiche fino alla fine del mese e durante le vacanze pasquali, quando si seguono norme diverse. Alle disposizioni dei precedenti DL e DPCM si aggiungono anche una serie di ordinanze locali, che introducono divieti in materia di accesso alle seconde case per residenti e non residenti. Vediamo di seguito le regole generali, prima in sintesi e poi nel dettaglio.

Regole Covid per il ponte di Pasqua

Vediamo quindi un riepilogo di tutte le regole Covid che bisogna seguire da sabato 3 a lunedì 5 aprile, i tre giorni del fine settimana di Pasqua, quando sostanzialmente tutta l’Italia è zona rossa.

  • Gli spostamenti sono vietati anche all’interno del comune di residenza.
  • negozi sono chiusi  con l’eccezione di quelli considerati essenziali.
  • Bar e ristoranti non possono fare servizio al tavolo.
  • Le visite a parenti e amici si possono fare: all’interno della Regione, dalle 5 alle 22, una sola volta al giorno, in un massimo di due persone, a cui si possono aggiungere figli minori di 14 anni o persone con disabilità conviventi.
  • Le seconde case, in base alla normativa nazionale, se di proprietà o affittate dal 14 gennaio (in generale, sono proibiti gli affitti brevi per la settimana di Pasqua) sono raggiungibili anche uscendo dal proprio comune e Regione. Ci sono poi ulteriori restrizioni determinate dalle ordinanze regionali in Campania, Liguria, Marche, Toscana, Sardegna, Puglia, Valle d’Aosta, Provincia di Bolzano.
  • Spostamenti a Pasqua

    Dal 3 al 5 aprile si applicano le regole da zona rossa, quindi sono limitati gli spostamenti anche all’interno del comune di residenza, per uscire di casa bisogna autocertificare i motivi di salute, lavoro o necessità, a qualsiasi ora.

    Ci sono però attività liberamente consentite.

    • Fare una passeggiata: è sempre consentito in prossimità della propria abitazione. E’ possibile allontanarsi dalla propria abitazione per fare acquisti nei negozi che possono restare aperti (comprare il giornale, fare la spesa, andare in farmacia, e via dicendo). Bisogna sempre ricordare che tutti gli spostamenti sono soggetti al divieto di assembramento, e all’obbligo di rispettare la distanza di sicurezza minima di un metro fra le persone: questo obbligo (il distanziamento) non è necessario per l’accompagnatore di minori, o di persone non autosufficienti.
    • Andare in chiesa: per quanto possibile, nelle vicinanza della propria abitazione.
    • Visite a parenti e amici: in questi tre giorni sono consentite all’interno della Regione (due persone più eventuali minori o persone con disabilità conviventi) dalle 5 alle 22, una volta al giorno. In caso di pranzo di Pasqua o Pasquetta scattano le consuete regole su mascherine, distanziamento e aerazione locali.
    • Accesso a parchi e giardini: è consentito salvo ordinanze locali di divieto, senza assembramenti e a distanza di sicurezza.
    • Portare fuori il cane o l’animale da compagnia: senza assembramenti e mantenendo la distanza di un metro.
    • Attività motoria: è consentita se svolta individualmente nel rispetto della distanza di un metro, in prossimità della propria abitazione.
    • Attività sportiva: corsa o bicicletta anche fuori Comune ma solo per esigenza di seguire un percorso (non per raggiungere una destinazione diversa).
    • Gettare i rifiuti.
    • Visita di parenti non autosufficienti.
    • Assistenza a parenti non autosufficienti: anche fuori Comune e Regione se non è possibile fornire assistenza tramite persone che vivono vicino, e solo le persone strettamente necessarie (es.: un solo parente adulto, eventualmente accompagnato dai minori o disabili).
    • Visite ai figli: i genitori separati o divorziati possono raggiungere i figli che vivono con l’altro genitore/affidatario e andarli a prendere, anche fra diversi Comuni e Regioni, scegliendo il tragitto più breve.
    • Queste sono le regole principali, ci sono poi casistiche particolari. Si possono consultare le FAQ pubblicate sul portale della presidenza del Consiglio.

      Attività economiche dal 3 al 5 aprile

      Sono aperti solo i negozi che vengono generi essenziali, elencati nell’allegato 234 del Dpcm 2 marzo. Fra gli altri: alimentari, farmacie e parafarmacie, tabaccai, edicole. E’ consigliabile consultare eventuale ordinanze restrittive locali, ad esempio il Piemonte ha stabilito la chiusura dei supermercati dalle 13 del giorno di Pasqua e per l’intera giornata di Pasquetta.

      bar e i ristoranti possono stare aperti ma non possono effettuare il servizio al tavolo, sono consentiti l’asporto (fino alle 18 per esercizi con codice ATECO 56.3 come bar, pub, birrerie, fino alle 22 per tutti gli altri) o le consegne a domicilio senza limiti di orario.

      Seconde case

      Come detto, si possono raggiungere anche fuori Regione, con l’eccezione di quelle che hanno emesso specifiche ordinanze. Molto in sintesi, seconde case non accessibili a chi non risiede in Marche, Piemonte, Toscana, Sardegna, Valle d’Aosta, Provincia autonoma di Bolzano. Stop anche per i residenti in Campania, Liguria e Puglia. Per andare in Sicilia bisogna fare il tampone entro le 48 ore precedenti all’arrivo.

      Ci sono poi regole specifiche previste dalle ordinanze locali. Quindi, prima di muoversi, la cosa migliore è consultare il portale della Regione e del Comune in cui si trova la seconda casa per verificare quali sono le misure che vengono applicate allo specifico territorio. Importante: in tutti i casi, nelle seconde case possono trasferirsi solo gli appartenenti del nucleo familiare, senza parenti non conviventi o amici.

      Viaggi fino al 6 aprile


      Gli spostamenti per turismo in Italia non sono consentiti. Si può andare all’estero, anche attraversando i confini comunali o regionali per raggiungere aeroporto o stazione. Chi torna da paesi UE deve fare, oltre al tampone nelle 48 ore precedenti, una quarantena di cinque giorni e un secondo tampone al termine della stessa. Bisogna poi consultare gli elenchi pubblicati sul portale del Ministero degli Esteri per verificare quali sono i paesi in cui si può viaggiare per turismo, in quali casi è prevista una quarantena più lunga (ad esempio 14 giorni per chi torna da USA e Gran Bretagna), o quali sono le destinazioni che invece non si possono raggiungere per turismo.

mercoledì 17 marzo 2021

Il Fondo Nuove Competenze per la formazione dei lavoratori


Adeguare le skill dei lavoratori, destinando parte dell’orario alla formazione. E in questo modo offrire un’opportunità tanto alle aziende, costrette a ridurre le ore di lavoro a causa della pandemia, quanto ai lavoratori, che in questo modo hanno la possibilità di formarsi senza alcuna riduzione retributiva, rispetto invece al consueto meccanismo di cassa integrazione.

Lo strumento è quello del Fondo Nuove Competenze, creato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e gestito da Anpal. Alla fine dello scorso anno, dopo un mese dall’avvio del progetto, erano circa 50mila i lavoratori coinvolti, per un totale di 4 milioni e 166mila ore di formazione. In particolare, La misura si rivolge ai datori di lavoro privati che stipulino accordi collettivi di rimodulazione dell'orario di lavoro dei propri lavoratori, per mutate esigenze organizzative e produttive o per favorire percorsi di ricollocazione. La rimodulazione dell’orario di lavoro deve essere finalizzata ad appositi percorsi di sviluppo delle competenze del lavoratore. Il Fondo remunera il costo del personale relativo alle ore di frequenza dei percorsi formativi stabiliti dagli accordi collettivi.

Skill gap (la carenza di competenze) e skill mismatch (le competenze non allineate con le necessità del mercato), del resto, sono questioni che coinvolgono un lavoratore su tre dell’area Ocse e che hanno importanti ricadute sull’economia. La pandemia ha aggravato il quadro, specie per l’introduzione forzata di forme di lavoro nuove ma attese da tempo (come quello da remoto), accelerando il processo sempre più necessario di digitalizzazione e di automazione. Se il mondo lavorativo cambia a velocità vertiginosa, la formazione non sembra tenere il passo. Spesso mancano le competenze, a volte sono invece superate. Proprio per questo, il Fondo Nuove Competenze, dopo i riscontri positivi ottenuti, è stato prorogato per un arco di tempo più lungo, fino al 30 giugno prossimo. Nel tempo, la dotazione del Fondo è stata portata a 730 milioni di euro, rispetto ai 230 iniziali: 500 sono stanziati per l’anno in corso.

Con il Fondo è stato attivato uno strumento inedito, in quanto, come accennato, puntando sulla formazione e riqualificazione delle risorse, ha una connotazione fortemente attiva e si pone quale misura alternativa alla Cassa Integrazione, con benefici quindi sia per i datori di lavoro sia per i lavoratori. In altre parole, l’orario di lavoro potrà essere rimodulato per consentire ai dipendenti la frequenza di corsi formativi i cui costi per le aziende, grazie all'intervento del Fondo, saranno a carico dello Stato. Inoltre, non ci sarà alcuna riduzione della retribuzione per i lavoratori rispetto ai consueti meccanismi della Cassa Integrazione.

Per accedere al Fondo e ottenere il rimborso delle ore di lavoro per i corsi di formazione, sono previste due importanti novità per i datori di lavoro interessati: entro il 30 giugno 2021 devono sottoscrivere gli accordi collettivi di rimodulazione dell’orario di lavoro per mutate esigenze organizzative e produttive dell’impresa ovvero per favorire percorsi di ricollocazione dei lavoratori; entro la stessa data devono inoltre presentare all’Anpal le domande di accesso al Fondo.

In sede di presentazione degli accordi dovranno riportati e descritti i seguenti contenuti:

- le innovazioni organizzative, tecnologiche, di processo di prodotto o servizi in risposta alle mutate esigenze produttive dell’impresa;

- i fabbisogni del datore di lavoro in termini di nuove o maggiori competenze a seguito delle innovazioni;

- l’adeguamento formativo necessario per qualificare e riqualificare il lavoratore in relazione ai fabbisogni individuati con eventuale conseguimento di una qualificazione di almeno livello EQF 3 o 4;

- la previsione dei progetti formativi;

- il numero dei lavoratori coinvolti nell’intervento;

- il numero di ore dell’orario di lavoro da destinare a percorsi per sviluppo delle competenze.

I progetti formativi dovranno individuare le modalità per il raggiungimento di questi obiettivi. Presso il sito di Anpal è presente una sezione con le Faq relative al Fondo: imprese e datori di lavoro devono trasmettere le istanze di contributo attraverso il servizio Fondo nuove competenze, accedendo a MyAnpal, con le credenziali Spid, dal menu “Servizi attivi”. Per ulteriori richieste di chiarimento è possibile scrivere all'indirizzo mail fondonuovecompetenze@pec.anpal.gov.it.

venerdì 30 ottobre 2020

Cosa ne penso IO?????

 Primo post del 2020 

L'analisi dei circa  10 mesi trascorsi dall'inizio del 2020 ad oggi non mi lascia annotare nulla di buono.
Non c'è una nota positiva che valga la pena ricordare.

Dieci mesi passati più in solitudine che mai. 

Questo tutto grazie a questo cavolo di COVID 19 che ci ha visto impreparati a Marzo e totalmente sprovveduti oggi, a dimostrazione che chi di dovere, chi aveva il compito di pensare a salvaguardare la salute degli Italiani, non ha fatto altro che pensare alle proprie "vacanze"!!!!!!
Ed oggi????
Tutti a farci la predica, tutti che sfoggiano la loro sapienza ripetendo le solite cose che da giorni ci sparano attraverso i media per incuterci  terrore e farci .. sopravvivere.... mestamente.
Io sono con chi è sceso in piazza civilmente, bisogna alzare la testa e rimarcare lo stato di sofferenza che, oltre al virus, le misure adottate dal Governo Nazionale e dai Governi Territoriali stanno alimentando giorno per giorno.
Non c'è bisogno che lo dica io, ma un nuovo blocco totale del paese sentenzierà la morte della nostra economia.....
Io vedo in giro per la città che la cittadinanza si sta adoperando, con la massima serietà, usando tutte le precauzione utili ad arginare il contagio. 
Sono pochi quelli che se ne "strafottono"...... perché non agiamo su di loro????
Ed infine........ 
"Speriamo che questa volta le promesse del governo si avverino e che entro il 15 novembre tutti avranno il famigerato ristoro per sopravvivere qualche altro mese"!!!!  


martedì 3 dicembre 2019

C.C.N.L. e dintorni

Il CCNL ha tuttora un’importantissima valenza nella regolazione e definizione dei rapporti economici e normativi tra imprese e lavoratori. Nonostante ciò, assistiamo da tempo ad un forte indebolimento del suo ruolo, se non ad un vero e proprio attacco concentrico. Il depotenziamento della contrattazione nazionale a vantaggio di quella aziendale è, peraltro, fenomeno in essere già da diversi anni, sulla scia di convergenti indicazioni in tal senso formulate dalle istituzioni europee, dal legislatore nazionale, dalla contrattazione interconfederale e non ultimo dalla giurisprudenza: tutti protesi, per finalità e in contesti differenti, a salvaguardare l’efficacia derogatoria e flessibilizzante del contratto decentrato. Se ne parlerà nel corso del VII Forum TuttoLavoro, organizzato da Wolters Kluwer in collaborazione con Dottrinalavoro.it, RCS Academy e Corriere della Sera, in programma a Roma il 27 novembre 2019.
Il contratto collettivo di lavoro ha assunto nel tempo funzioni e scopi sempre più ampi. Il grande Carnelutti, del resto, diceva che “ha il corpo del contratto e l’anima della legge”.
La sua peculiare caratteristica consiste nel definire i rapporti economici e normativi fra le parti stipulanti, fissando tra l’altro i minimi tabellari che regolano i livelli salariali dei lavoratori. Assume per questo una valenza sociale importantissima, in quanto regolatore del mercato in funzione anticoncorrenziale, oltre a fungere da protezione del potere d’acquisto delle famiglie.

Funzioni del contratto collettivo

Grande importanza ha poi la funzione “gestionale” dei contratti collettivi, quella attraverso la quale è possibile governare i vari processi che vanno dalla regolamentazione dei rapporti di lavoro alle crisi aziendali:
- interventi sul contratto individuale - part-time, contratti a termine, variazione delle mansioni, flessibilità, ecc.;
- interventi contrattuali collettivi – contratti di prossimità, di rete, ecc.;
- ammortizzatori sociali- CIGO, CIGS, contratti solidarietà, FIS, ecc.;
- licenziamenti collettivi e individuali;
- esternalizzazioni, distacco, appalto, trasferimento d’azienda.
Il contratto collettivo ha poi una vitale funzione pubblicistica, tutte le volte in cui è la legge che gli conferisce tale forza, utilizzandolo come parametro per realizzare determinati obiettivi generali. 
Due esempi su tutti:
- ai fini dell'individuazione della base imponibile per il calcolo dei contributi previdenziali, Cassazione n. 24616/2019 ha affermato “…ex art. 1 del D.L. n. 338 del 1989, conv. nella I. n. 389/1989, occorre fare riferimento alla contrattazione collettiva nazionale, che è maggiormente di garanzia per una parità di trattamento tra lavoratori di un medesimo settore; ne consegue che, ove per uno specifico settore non risulti stipulato un contratto collettivo, legittimamente l'Istituto previdenziale può ragguagliare la contribuzione dovuta alla retribuzione prevista dalla contrattazione collettiva di un settore affine, restando a carico del datore di lavoro l'onere di dedurre l'esistenza di altro contratto affine che preveda retribuzioni tabellari inferiori rispetto a quello applicato dall'Istituto (v. in tal senso Sez. Lav. - Ord. n. 11650 del 14 maggio 2018, conforme a Sez. lav., sent. n. 9967 del 26 aprile 2007)”;
- art. 1, c. 1175, l. n. 296/2006: “A decorrere dal 1° luglio 2007, i benefici normativi e contributivi previsti dalla normativa in materia di lavoro e legislazione sociale sono subordinati al possesso, da parte dei datori di lavoro, del documento unico di regolarità contributiva, fermi restando gli altri obblighi di legge ed il rispetto degli accordi e contratti collettivi nazionali nonché di quelli regionali, territoriali o aziendali, laddove sottoscritti, stipulati dalle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale.”
Indebolimento del ruolo del contratto collettivo nazionale
Nonostante, però, questa crescente importanza assunta dal contratto collettivo nazionale, assistiamo da tempo ad un forte indebolimento del ruolo, se non ad un vero e proprio attacco concentrico. Il proliferare dei contratti collettivi, oltre 800 secondo il CNEL (secondo il CNEL dei contratti vigenti solo il 33% è firmato dalla CGIL, CISL e/o UIL. Confindustria da parte sua firma solo il 14% dei contratti vigenti. Nel settore del commercio, per esempio, ci sono 192 contratti vigenti, dei quali solo 22 firmati da CGIL, CISL e/o UIL) con, all’interno di questi, la cancrena dei “contratti pirata” (In allegato si propongono due tabelle che mettono a confronto il livello 4° del CCNL Confcommercio con il corrispondente livello del CCNL ANPIT, usato di solito come alternativa al primo. Il confronto sul tema dei costi risulta impietoso anche quando (seconda tabella) si è immaginata l’applicazione, a norma dell’art. 1, comma 1175, l. n. 206/96, dell’agevolazione contributiva del bonus sud, sconto sui contributi INPS per un anno) e, infine, il dibattito sull’introduzione del salario minimo legale, sembrano le cause dell’indebolimento del contratto collettivo nazionale, ma in effetti ne sono solo la conseguenza.

Vincoli europei

La perdita di terreno da parte della contrattazione nazionale parte da lontano. I vincoli europei applicati al mercato del lavoro si sono tradotti in svariate raccomandazioni soprattutto nel periodo 2010/2014, a seguito dell'adozione degli obiettivi Europa 2020.
La sintesi mirabile di cosa l'Europa chieda agli Stati membri rimane la famosa lettera della BCE del 5 agosto 11 al Governo Berlusconi.
Il 13 agosto 11, con tempismo eccezionale, il Governo emana il D.L. n. 138 dove all'art. 8 prende forza la contrattazione aziendale che può, a determinate condizioni, derogare financo alla legge. Ma il vero obiettivo è quello di piegare la politica salariale e le condizioni di lavoro alle reali esigenze di ogni singola azienda.
Il disegno riformatore continua poi con la legge Fornero che mette la stretta al sistema pensionistico e si completa con il Jobs act:
- flessibilità in uscita (D.Lgs. n. 23/15);
- flessibilità nel rapporto di lavoro (D.Lgs. n. 81/15);
- potenziamento della contrattazione aziendale (D.L. n. 138/11 e D.Lgs. n. 81/15);
- riforma degli ammortizzatori sociali in senso universalistico (D.Lgs. n. 148/15);
- sviluppo politiche attive (D.Lgs. n. 150/15);
L’avvento del Jobs act modifica gli orizzonti sul versante delle relazioni contrattuali collettive, che entrano in una nuova stagione fortemente derogatoria e decentrata, in cui il modello di prossimità diventa la regola e viene definitivamente superata ogni residua remora alla devoluzione verso il basso anche con riguardo all’aspetto economico, con la possibilità concreta di poter incidere sugli assi portanti del diritto del lavoro (quali termine, somministrazione, ius variandi, controllo a distanza, orario di lavoro). 
Il depotenziamento della contrattazione nazionale a vantaggio di quella aziendale è peraltro fenomeno in essere già da diversi anni, sulla scia di convergenti indicazioni in tal senso formulate dalle istituzioni europee, dal legislatore nazionale, dalla contrattazione interconfederale e non ultimo dalla giurisprudenza, tutti protesi, per finalità e in contesti differenti, a salvaguardare l’efficacia erga omnes derogatoria e flessibilizzante del contratto decentrato. 
L’idea è che la flessibilità del lavoro dipende dalle forme di produzione dell’impresa e che la dinamicità della professionalità poggia sulle capacità di adattamento continuo del lavoro alle mutevoli esigenze aziendali; e da ciò prendono corpo, e ancor più prenderanno corpo nell’immediato futuro con esponenziale diffusione, prassi contrattuali aziendali che possono incidere su diritti e prerogative.
La ricetta è quella giusta?
A giudicare dai dati sulla qualità dell’occupazione in Europa non sembra che questa rappresenti la medicina adeguata.
La politica economica sulle ristrettezze di bilancio ha creato il circolo vizioso dell’abbattimento della domanda interna.
Il lavoro è divenuto il principale capro espiatorio di una ricetta economica rilevatasi non vincente e ha subito una svalutazione denigrante per far digerire ai giovani e non, qualsiasi “lavoretto”, pena il ricatto della perenne disoccupazione.
S’invoca spesso la “crescita” come panacea, ma a quali condizioni?
Che si tratti di una crescita duratura ed equamente distribuita, che produca posti di lavoro stabili e di elevata qualificazione, che rafforzi il livello di internazionalizzazione delle nostre imprese consentendo loro di espandere il proprio business e le proprie capacità di export sulla base di efficienze organizzative e di prodotto, mantenendo contemporaneamente i diritti fondamentali. 
Se ne è accorta anche l’Europa che nel “Pilastro Europeo dei diritti sociali”, all’indomani della Dichiarazione di Roma del 25 marzo 2017, declina nei suoi tre Capi questi diritti fondamentali da riconoscere ai cittadini:
- pari opportunità e accesso al mercato del lavoro;
- condizioni di lavoro eque;
- protezione sociale e inclusione.
In Italia il dibattito in corso sul minimo legale e la ricerca della “rappresentatività corretta”, devono aiutare a trovare il giusto equilibrio tra rispetto dei diritti fondamentali e esigenze delle imprese sempre più strette dalla concorrenza globale e alla perenne ricerca di una flessibilità “sana”.

lunedì 8 luglio 2019

Manovra 2020: flat-tax ridotta, RdC esteso, IRPEF e IVA a un bivio

Lamanovra 2020 prevederà un ampliamento del RdC e introdurrà una mini Flat tax, ma resta il nodo debito pubblico e l'aumento IVA appare inevitabile.
Si scaldano i motori per la manovra 2020 che arriverà il prossimo autunno e tra i temi caldi dovrebbe prevedere una versione ridotta della Flat tax, con un’imposta al 15% sui redditi fino a 29mila euro, e l’ampliamento del Reddito di Cittadinanza, con un innalzamento della soglia ISEE a 10.800 euro annui per accedere all’ammortizzatore.

RdC e Flat tax

beneficiari del RdC diventerebbero 3,6 milioni di persone. La novità costerà 4,1 miliardi di euro. Mentre ad essere coinvolti dalla novità della Flat tax sarebbero 1,7 milioni, per una spesa di 3,1 miliardi di euro. Questo secondo le stime pubblicate da Prometeia, la società di consulenza e ricerca economica, nel suo periodico rapporto di previsione.

Il nodo debito pubblico

Secondo le previsioni, però, con la crescita ferma allo 0,1% nel 2019, allo 0,5% nel 2020 e allo 07% nel 2021 – mentre il resto del mondo cresce a tassi di poco superiori al 3%, senza interventi robusti a sostegno della crescita potenziale – le stime sul debito non sono positive. Un elemento al quale l’Italia deve prestare massima attenzione, visto che la procedura di infrazione dell’UE è sempre dietro l’angolo.

=> Debito pubblico: verso la manovra 2020

L’andamento dei conti pubblici più favorevole del previsto, come certificato dall’assestamento del bilancio 2019, e il disavanzo obiettivo per quest’anno sotto il 2,1% aiuteranno il governo ad evitare la procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea.
Sottolineano gli economisti che qualsiasi accordo con la Commissione dovrà prevedere un saldo di bilancio per il 2020 in linea con quello 2019 e questo porterà ad un inevitabile necessità di aumentare le entrate.

Aumento IVA inevitabile?

Le misure espansive della Legge di Bilancio 2020 verranno finanziate con una riforma delle tax expenditures ( riordino (leggi: taglio) delle detrazioni fiscali). Non è del tutto escluso anche un incremento delle aliquote IVA, a partire da quelle ridotte che potrebbero essere portate dal 4% al 6% e dal 10% al 12%, che comporterebbe maggiori entrate per circa 6 miliardi di euro.

Riforma scaglioni IRPEF

ma sarebbe una sconfitta politica troppo forte per il Governo, che piuttosto procederà con la preannunciata riforma fiscale: meno classiche detrazioni IRPEF ma ritocco degli scaglioni di reddito (una versione preliminare della famosa flat tax famiglie).

mercoledì 16 gennaio 2019

Viva la mozzarella casertana


Ho consigliato a queste belle mozzarelle casertane di stare attente e non lasciarsi contaminare da chi, con tanta ipocrisia, tenta di infangare il nostro territorio.
È come dire che Vittorio Gassman era una capra....... capra.... capra.....
Sarebbe una falsitá abnorme che ingiustamente andrebbe a deprecare un pezzo importante del patrimonio artistico cinematografico italiano.

Ciò detto credo che nelle sale cinematografiche italiane ed estere, vada proiettato, prima del film e durante l’intervallo, uno spot pubblicitario dei nostri prodotti caseari ( della nostra mozzarella) a totale carico del regista e quale smentita dell’affermazione fatta.

Con questo intendo dare il mio personale appoggio e sostegno a tutti coloro che proporanno azioni in difesa ed a tutela del nostro territorio e delle relative eccellenze.

BUONA MOZZARELLA A TUTTI!!!!

lunedì 31 dicembre 2018

Buon 2019

Un felice anno nuovo a tutti gli amici, ai lettori ed anche a te........
Stappiamo insieme la migliore bottiglia per accogliere il nuovo anno, augurandoci che possa essere, per tutti, pieno di felicità e gioia.

Auguri a tutti